giovedì 11 aprile 2013

Cosa si intende per ....
Apprendimento Formale e Apprendimento Informale??

                                                              Immagine di Pubblico Dominio
Con il termine "apprendimento formale" si intende quella serie di modifiche o acquisizioni di conoscenze che hanno luogo in contesti istituzionali, come la scuola, l'università, corsi specifici (per esempio serali o della patente) ecc...
All'interno di questo tipo di ambiente organizzato e strutturato vi è un "esperto" che ha il compito di trasmettere le informazioni e dall'altra parte dei discenti che recepiscono queste informazioni e le fanno proprie. Inoltre l'individuo è consapevole di essere all'interno di un processo di apprendimento.
Invece l' "apprendimento informale" si verifica nelle situazioni di vita quotidiana, al lavoro, in famiglia o nel tempo libero, senza che vi sia un'intenzione volontaria o cosciente da parte dell'"allievo" di imparare. Solitamente questo tipo di apprendimento non istituzionalizzato avviene nel fare, nell'esperienza: quindi imparare facendo!
Inoltre, in questo secondo tipo di contesto, non vi è una figura esperta, ma tutti partecipano alla costruzione del sapere.

venerdì 8 marzo 2013

Dal “Primo seminario internazionale sulle nuove tecnologie per la sottotitolazione intralinguistica in tempo reale”  Forlì, 17 novembre 2006

"Nell’era della globalizzazione, dell’interattività multimediale, in un mondo in cui tutto ruota intorno alle parole, alle immagini e al messaggio televisivo o pubblicitario, si fa ancora poco per abbattere le barriere della comunicazione e rendere accessibile l’informazione alle persone sorde. [...]
Purtroppo è una questione culturale: tutto si evolve, tranne la cultura dell’handicap. Il paradosso è che si sviluppano sempre nuovi modi e mezzi di comunicazione ma non si eliminano le barriere culturali e di pensiero che impediscono la comunicazione e di conseguenza l’integrazione.
Nonostante negli ultimi anni si senta molto più parlare del problema Handicap, molte tesi universitarie hanno come tema la sordità, si sviluppano nuovi sistemi per la sottotitolazione dei programmi, persiste ancora questo divario storico e il cinema, il teatro, l’arte sono ancora privilegio degli udenti.
I sottotitoli sono tra i mezzi di comunicazione più importanti che aiutano i sordi a “sentire con gli occhi” e che interrompono il silenzio che li circonda. Lo sviluppo intellettivo e culturale dei sordi, come degli udenti, passa attraverso la comunicazione. Al di là del concetto “essere colti”, i sottotitoli costituiscono per i sordi un’ottima opportunità per stimolare il loro sviluppo culturale e lessicale, un sussidio all’apprendimento dell’italiano. La lingua è una cultura e la sottotitolazione esprime la natura multiculturale della comunicazione di massa. [...]
Ed è per queste ragioni che la fedeltà linguistica è importante nelle sottotitolazioni: fedeltà quantitativa e qualitativa, ovviamente quando i vincoli tecnico-linguistici di tempo e di spazio lo consentono. [...]
Ancora oggi, ci sono persone che pensano che i sordi siano anche muti, non conoscono la realtà e le differenze che ci sono tra i sordi, e la logica conseguenza è che i sordi non capiscono. Ci sono ancora molti preconcetti e pregiudizi sull’argomento sordi e sordità. Pochi sanno che i sordi, “guardando”, possono capire molte cose che agli udenti sfuggono.Nel silenzio, “leggendo” un’espressione sul viso o negli occhi di qualcuno, loro ne intuiscono lo stato d’animo. [...]
Esigenze professionali e curiosità mi spinsero ad approfondire l’analisi e quindi mi recai all’Ente Nazionale Sordomuti di Milano e di Roma, per sapere direttamente dalle persone sorde cosa pensavano dei sottotitoli e, in generale, quali fossero le loro esigenze per migliorarli.
- La prima cosa di cui tutti si lamentavano era: la fedeltà linguistica.
- La seconda cosa che chiesero fu: perché il testo è ridotto?
- Infine mi dissero: la durata dei sottotitoli è troppo breve.
[...]
Il lavoro del sottotitolista richiede, oltre a buone abilità tecniche, flessibilità e creatività, per inventarsi modalità diverse per trasmettere le sfumature che arricchiscono un discorso. Un piccolo esempio, banale ma significativo: l’uso del punto esclamativo insieme al punto interrogativo (?!-!?) fa capire che la frase è interrogativa ma include stupore o viceversa. [...]
Solo conoscendo i sordi si possono comprendere quali siano le loro potenzialità e i loro limiti rispetto alla lingua e alla comunicazione. [...]"

http://www.accaparlante.it/la-sottotitolazione-intralinguistica-i-sordi-sentire-con-gli-occhi%E2%80%9D


In quanto figlia di genitori sordi ho la possibilità di sperimentare in prima persona le loro difficoltà nel fruire di uno strumento comunicativo e d'intrattenimento così scontanto come la televisione, ma soprattutto la loro frustrazione nel constatare l'assenza di sottotili in programmi televisivi che potrebbero interessare loro.
La mancanza di sottotitoli in trasmissioni di valenza culturale o politica impedisce loro di (in)formarsi in questo ambito o di cogliere quelle informazioni "di passaggio" che noi udenti diamo per scontate.
Una cosa che ho riscontrato anch'io è la mancanza di fedeltà linguistica nei testi sottotitolati o la semplificazione di termini e l'omissione di modi di dire usati nel linguaggio parlato.
In questo modo si esclude la persona sorda dal mondo degli udenti, attribuendole, a priori, l'incapacità di comprendere termini o frasi considerate troppo difficili o di esclusiva appartenenza alla cultura udente.
Credo sia necessario un impegno condiviso nel venire incontro all'altro per riuscire a creare insieme una società capace di accogliere le esigenze e la sete di conoscenza di entrambi.
Particolarmente importante ed interessante è anche la necessità di sottotitolazione in tempo reale per gli studenti sordi all'università, in qualche modo ostacolati anch'essi alla totale comprensione delle lezioni e quindi all'integrazione nel gruppo di coetanei. La sordità è un handicap invisibile, le cui difficoltà sfuggono a molti docenti e compagni di corso